lunedì 28 settembre 2009

La Neowatt BC tipo 204

Prodotta verso la metà degli anni '30, questa fantastica macchina si caratterizza per una linea assolutamente avveniristica per l'epoca.
Per fare un paragone, la Simerac, progettata solo pochi anni prima sembra appartenere ad un'altro secolo.
Ed invece per un breve periodo vennero commercializzate assieme nello stesso catalogo di una nota ditta torinese specializzata in casalinghi.

Ciò che colpisce maggiormente una volta presa in mano la macchina è il peso ragguardevole della caldaia e del filtro rispetto alla base, certamente frutto di studi accurati sulla trasmissione del calore nell'assieme.
Questo fatto obbligò il costruttore ad allargare a dismisura il diametro della base, per permettere alla macchina di rimanere in equilibrio statico durante la fase di erogazione del caffè.

La Watt era un'azienda di Pavia, e gli esperti sapranno sicuramente che razza di macchine era in grado di produrre; probabilmente la Neowatt ( o nuova Watt che dir si voglia ) fu il frutto di una delle tante diaspore aziendali di quegli anni (vedi la Santini ).
Sarebbe interessante se qualcuno avesse qualche notizia a riguardo; e poi chi era o erano B.C. ?

Pur non essendo elevato, il valore della potenza assorbita dalla resistenza elettrica permetteva comunque un'erogazione relativamente veloce ( attorno ai 6 - 7 minuti ) grazie alla sua conformazione a "guanto" rispetto alla caldaia.

L'ennesimo filtro a stella continua ad insinuarmi dubbi riguardo il suo oscuro significato:
  • una moda?
  • una dichiarazione palese di appartenenza al popolo eletto?
  • un simbolo massonico?

Come per altre macchine simili, lo scopo di questa configurazione ad "L" era quello di allontanare il più possibile il gruppo filtro dalla fonte di calore, per non disperdere e mantenere intatto l'aroma del caffè.
Qualche anno più tardi tale principio fu brillantemente sviluppato da Giordano Robbiati con la sua Atomic.

Agli amanti del bello ne consiglio caldamente l'acquisto, semprechè ne riusciate a trovare una in condizioni accettabili e non taroccata con sapiente furbizia (chi frequenta la Baia capirà...)

mercoledì 23 settembre 2009

Chiavi di ricerca (6)

Prendo spunto da un blog che non posso citare, (ma che rimane per me un punto di riferimento) per allietare i miei lettori con le frasi-parole chiave che le persone hanno utilizzato nei vari motori di ricerca per arrivare qui.
Alle migliori domande (o frasi sconfusionate) cercherò di dare le mie migliori (!) risposte.
Tanti mi hanno chiesto cosa fossero queste chiavi: questo è un esempio (cliccate qui sopra)
Il giorno 22 settembre tutti quelli che sono approdati a questo blog, avevano digitato le parole elencate.


  • D: caffettiera con cremina a casa
  • R: non sarà il massimo, ma talvolta uso un frullino montalatte della snips per shakerare il caffè con lo zucchero. dopo qualche minuto ottengo una spuma deliziosa e il caffè così ossigenato rivela aromi inaspettati.
  • D: espresso bacchi
  • R: è in arrivo sul primo binario.... a breve farò una recensione completa.
  • D: come si usa la pavoni
  • R: vai sul sito di Francesco! se poi non hai fretta farò un tutorial dove spiegherò le mie tecniche.
  • D: mantenere una caffettiera
  • R: dipende da quante volte la usi ed il tenore di vita che pretende. quando ti chiederà di lasciare moglie e figli... potrai scaricarla!

Barattoli e contenitori per caffè

Una volta comperato il caffè in grani, dove lo mettiamo?
Quello verde deve poter respirare; l'ideale sarebbe un sacchetto in juta, oppure potrebbe andar bene questo vaso anni '60 della Illy caffè, munito di questo simpatico tappo provvisto di sfiati di aerazione otturabili mediante un'anello in gomma.

Per anni questo vasone con tappo a vite ha ospitato le mie grappe aromatizzate con germogli di pino mugo, semi di kimmel , limoncello ed un'anno anche il Vov all'uovo.
Tutti miscugli infernali che i miei commensali erano moralmente obbligati a bere a fine cena...

Attualmente lo uso per contenere il caffè torrefatto.

Altro simpatico e "storico" contenitore della mia amata città è questo della Hausbrandt,
che per tanti anni ha ospitato viti e dadi in inox.

L'ultimo è un barattolo anonimo ma carino, trovato al mercatino di Gorizia, recante una scritta strana: "arabiea" ??
problemi di copyright? Errore grossolano ?
oppure esiste davvero?

lunedì 21 settembre 2009

La Porno Caffettiera Subliminale

Uno dei tanti (!) acquisti di ieri è stata questa orrenda macchinetta.
Per rendere meno scioccante la foto di presentazione ho voluto inserire 2 tazzine Illy dei primi anni'80.
Di questo tipo ne avevo già una in condizioni pessime, di color crema e con il pomolino in oro...

Rossa fà già un'altro effetto, meno ... lassativo.
Certo è che la patria del design potrebbe ogni tanto regalarci qualcosa di meglio.

Impietoso, ho voluto fotografare anche il fondo, per mostrare l'adesivo del prezzo di vendita.
Nuova, perfetta, indiscutibilmente diversa dal solito.

E allora perchè quel titolo così provocatoriamente ambiguo?
Secondo me, le forme di questa moka sono state create con l'intenzione di renderla inconsciamente accattivante per la casalinga media (mi ricorda proprio qualcosa....!).
Chi fosse interessato all'argomento potrà leggersi questo simpatico articolo.
Avrei voluto inserire una foto che non avrebbe lasciato alcun dubbio.
Ma è più divertente così.
Tanto di ...cappello, al burlone che ha voluto regalarci questa creatura, ops, creazione.



La Signora Caffettiera colpisce ancora

Una bella gita sul Lago Maggiore... visita alle isole borromee... e mercato rionale.
Tra le solite borsette, collanine, e pentolame, chi ti vedo?
Una vecchia amica in un'insolita veste.

Due versioni recentissime della Signora!
Ma erano.. strane.

L'esterno molto scabroso e ... quel manico, preso a prestito da altri modelli di altre marche!
Non ho potuto reggerne la vista.
Forse un giorno mi pentirò di non averla presa.
Ma non potevo pensare di accostare una nipotina punk alla mitica
"Lollo".


sabato 19 settembre 2009

l'antichissima e bellissima anonima

Sarà stata una caffettiera o un bollitore?
Secondo me entrambe le possibilità.
Il corpo in ottone nickelato presenta una mancanza dello strato superficiale estremamente uniforme, dovuto certamente all'uso .

All'interno si può notare uno scalino che per logica poteva fungere da battuta per l'eventuale filtro (ne avrei già trovato uno.. ma non assemblo falsi storici).

Il pomello del coperchio ed il manico sono fatti di uno splendido legno (noce?).
Le forme d'insieme , i materiali, e soprattutto la miriade di punzoni, la collocano a mio avviso alla fine dell'800 in Inghilterra oppure in Francia.

Gli esperti in punzoni sono pregati di farsi avanti... diamo un nome a codesta creatura!


martedì 15 settembre 2009

Feldhaus "Perko"

Lo scorso mese ricevetti una telefonata trafelata da parte di mia moglie;
ad una festa paesana aveva intravisto alcune bancarelle "anomale" di anticaglie.
E tra queste...
... una Feldhaus Perko da 1 litro e 1/2.
Manico in ferro, corpo in alluminio, cupola in vetro...

"Cosa dici..? la prendo o non la prendo..?".
Cosa mai avrei potuto rispondere?

La macchina di per sè non presenta particolarità tecniche o pregi stilistici...
Ma porta in dote una caratteristica che ben poche macchine possiedono:
un chilometraggio pari a parecchie migliaia di caffè.

Macchina robustissima,( se non per la cupola in vetro ) quasi spartana direi, anzi , militare!
Feldhaus si potrebbe tradurre come "da campo, da campagna".
La feldcaffettiera del feldmaresciallo Rommel?

Forse potrei pulirla e lucidarla a specchio.
Ma l'ho testata, funziona ottimamente, e quindi non posso rinunciare a 50 o più anni di un"barrique" di inestimabile valore storico - gustativo.

La percolazione, nel paese della moka è quasi una bestemmia ideologica.
Ma funziona maledettamente bene.
Ci vuole maggiore pazienza e più cura, la scelta del caffè e la relativa macinatura è essenziale, ma il caffè così ottenuto è veramente ottimo.


domenica 13 settembre 2009

Il bollitore di Potsdam E. D.


Tra le più belle ed eleganti macchine atte alla produzione casalinga del caffè,
il bollitore di Potsdam , detto anche uovo russo (per la similitudine con le ben più famose
Uova di Fabergè ) venne prodotto principalmente in Francia ed in Germania a partire dal
1850 circa fino a primi decenni del '900.
Il principio di funzionamento anticipava di parecchi anni la napoletana ;
l'acqua veniva riscaldata attraverso un fornello a spirito, e raggiunta l'ebollizione, si ruotava la caffettiera sfruttandone così la pressione idrostatica.

Poco tempo fa, attraverso il noto sito d'aste, ho avuto la fortuna di acquistare in quel di Marsiglia questo raro esemplare.

Ho cercato tanto per trovare una qualche notizia del produttore parigino, ma come spesso accade, senza alcun risultato.

Il piedistallo è certamente il pezzo forte dell'assieme, composto da 3 cicogne rifinite a mano che con le loro esili (in apparenza) ali sostengono il bollitore in posizione perfettamente orizzontale.

Qui sopra si può apprezzare la rifinitura della base a doppia zigrinatura. Il marchio era depositato e l'incisione ce lo ricorda.

Il fornello a spirito ha purtroppo perso una parte della nickelatura; da notare la squisita fattura del manico.

La macchina riporta inciso il marchio ed il numero di tazze ottenibili.

L'apertura è a dir poco geniale: il manico va svitato e poi la parte superiore va ruotata leggermente. Ciò evidenzia una vite sezionata in senso longitudinale.
Chi si intende almeno un pò di meccanica, capirà l'emozione di questo particolare...

Il beccuccio è provvisto di una pattella incernierata, antesignana del famoso "coppettiello" o cono di carta della cuccuma napoletana, utile a non disperdere l'aroma e a "frenare" la discesa del caffè.

Uno sfiato permette all'acqua di defluire verso il basso una volta ruotato l'uovo, ed inoltre funge da blocco "meccanico" per mantenere il filtro in sede.

Le condizioni interne sono a dir poco splendide: il filtro in questi modelli era (per quanto ne so io) sempre costruito in latta : se non asciugato alla perfezione, dopo l'uso, si arrugginiva rapidamente con corrosioni devastanti.

Il filtro ed il controfltro sono uniti da una vite qualitativamente perfetta, in ottone.

Tanti anni di ricerca mi hanno premiato: queste macchine non sono rare, ma trovarne una così bella è stato proprio un colpo... da maestro!


La caffettiera più rara ?

rarità s. f. [dal lat. rarĭtas -atis, der. di rarus «raro»]. Oggetto (soprattutto d’arte o da collezione) raro, difficile a trovarsi in quan...