lunedì 11 gennaio 2010

Stella espresso mod 101 E (1)

Nel 1948 il sig. Desider Stern iniziò a produrre a Vienna delle macchine da caffè a dir poco ... stravaganti.
Il primissimo modello venne costruito su licenza Robbiati, una Atomic prima serie ma di dimensioni ridotte, diciamo da 1 tazza e 1/2.
Dopo questo modello ne seguirono altri 14 , sviluppati autonomamente, tutti in alluminio e bakelite nera, con un design inconfondibile.
La produzione della Stella Espresso (Stern in tedesco vuol dire stella) terminò nel 1974.
In Austria lo Stern divenne famoso ed in seguito perfino decorato, per la sua attività di.... bibliografo.

Il modello 101E venne prodotto dal 1953 al 1956.
Si trattava in pratica di una doppia Atomic elettrica.
La grande leva centrale rotante serviva a direzionare il flusso dell'acqua al filtro desiderato.

Quando capita l'occasione di acquistare una macchina di questo tipo non bisogna cercare il pelo nell'uovo, ma una volta arrivata a casa mia, imballata con una cura maniacale (perfino il polistirolo era tagliato su misura per creare dei piccoli scomparti) , ho potuto accertare 2 fatti:

  • La macchina era completa di tutti gli accessori, perfino 2 filtri ed 1 manometro di ricambio.
  • Durante la sua travagliata vita era stata sottoposta ad una serie di manutenzioni "distruttive" che mi hanno obbligato in seguito a risolvere un bel pò di problemi in modo creativo.
I bricchi meriterebbero un post a sè.
Notate come il becco rimanga all'interno della verticale della base.
Guardate con attenzione la sinuosità del manico, fissato solamente sulla parte superiore.
Semplicemente meraviglioso.

Qui sotto vediamo la base, con i 3 punti di appoggio canonici per impedire traballii.
Sul lato sinistro ci sono 2 feritoie per la circolazione dell'aria; la macchina infatti era priva di termostato e di pressostato. Il fatto che mi sia arrivata con la resistenza funzionante, ed anche vista la pochissima usura di parti quali le alette di bloccaggio dei portafiltri mi fanno credere che sia stata usata veramente pochissimo.

Le guarnizioni originali, in gomma rossa (siliconica?) si sono letteralmente sciolte alla prima accensione, quindi le ho dovute rimpiazzare con altre autocostruite con un foglio di gomma industriale sagomato con la sega a tazza e poi portate a misura con pazienza e tanta carta vetrata.

Stesso lavoro per la guarnizione del tappo in bakelite; fustelle e martello.

A seguire si possono vedere 3 parti problematiche:

  1. Il manometro, in origine starato di 1,5 bar aveva l'orifizio d'ingresso completamente otturato dal calcare. Parecchi lavaggi con il Viakal hanno rimosso il calcare, mentre per ritarare il manometro è bastato disassemblare il coperchio e riposizionare l'ago.
  2. Il dado di bloccaggio della leva era stato sottoposto a svariati smontaggi e rimontaggi, sicuramente con attrezzi inappropriati. Questo nel tentativo di arrestare un leggero trafilamento di acqua verso l'esterno. In questo caso è stato semplice trovare una soluzione: ho inserito in battuta un o-ring sottile ed ho dato due giri di nastro al teflon sulla filettatura del dado.
  3. La valvola "misteriosa" di sicurezza era stata anch'essa smontata con un cacciavite più sottile del previsto, ed aveva ammaccato l'intaglio. Con un martelletto da orologiaio ho ribattuto le ammaccature e poi ho rifinito il tutto con una lima ad ago piatta. All'interno c'era una sede, una molla ed un pallino di ferro a mò di otturatore, molto simile al sistema adottato sulla valvola di sicurezza della Pavoni... ma... nessun sfiato verso l'esterno. Spero che il mio amico Jack dall'Australia potrà illuminarmi su questo (abbiamo la stessa macchina).
Il piattino reggitazza si appoggiava ad un pentolino e serviva a raccogliere le gocce senza macchiare la macchina o la cucina.
Nella foto lo si vede girato sottosopra per evidenziare i difetti di fusione dei fori.
Scabroso ed imperfetto, in realtà sull'altro lato era lucidato a specchio.
Pragmatismo teutonico!
(segue)

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