lunedì 23 luglio 2012

Il Grande Giappone 大日本京都

Si consiglia la lettura del testo accompagnata dall'ascolto di questo brano:

Ogni oggetto pensato e poi realizzato dall'essere umano, reca con sè ulteriori valori aggiunti, sommati al valore effettivo o commerciale.
Sogni, Aspettative, Amore, Storia, Cultura.
Qualità senza prezzo per chi le riesce a cogliere.

Quando poi s'incontrano oggetti talmente speciali da togliere il fiato, l'adorazione trascende il semplice aspetto materiale.
L'immaginazione si mescola a visioni più o meno reali, stimolate anche dal contatto fisico con la materia.
Non sto parlando ovviamente di oggetti prodotti in serie su larga scala, ma di vere e proprie opere d'arte uniche e non replicabili.

Oggi voglio rendervi partecipi di un'emozione.

Immaginiamo assieme il Giappone della seconda metà dell'800: una Civiltà ricca di tradizioni millenarie, catapultata in maniera quasi brutale da uno stile di vita medioevale ad uno modernissimo.
Il 31 marzo 1854 il trattato di Kanagawa, imposto dagli Stati Uniti, pose fine alla politica di isolazionismo (Sakoku o "paese blindato") del periodo Edo, durata quasi 200 anni.
I commerci con l'estero poterono quindi svilupparsi liberamente e molte delegazioni partirono in visita presso i paesi occidentali per apprendere un nuovo stile di vita e scoprire le meravigliose novità tecnologiche dell'epoca.
La partecipazione giapponese all'Esposizione Universale di Parigi del 1867 fu certamente un'ulteriore "trauma culturale" per i partecipanti: una sorta di viaggio nel futuro.

Forse in quell'occasione ci furono i primi assaggi di una nuova e strana bevanda: il caffè.
In Francia, in quegli anni, la caffettiera più diffusa era sicuramente quella brevettata da monsieur Hadrot nel 1806, dotata di pestello pressacaffè, o la sua modifica composta da un diffusore dell'acqua che andava a bagnare in maniera uniforme il macinato.
 Negli anni a seguire gli olandesi iniziarono ad esportare piccoli quantitativi di caffè verso il Giappone, ma la nuova moda non prese piede fino al secondo dopoguerra..

Eppure...
...eppure qualcuno arrivò a Kyoto con dei disegni costruttivi,
oppure con un semplice disegno copiato rapidamente dal vero..
Magari un ricco commerciante straniero..
..che commissionò alla ditta Dai nippon (大日本) una caffettiera "speciale".
Una Caffettiera cesellata finemente a mano, dove la microscopica difformità di ogni elemento ripetuto ne amplifica all'infinito la difficoltà di realizzazione.
Rame, ottone, ferro.
Qualche goccia di stagno.
Alberi, foglie, farfalle, uccelli, fiumi, fiori.. ne cogliete i profumi?
L'essenza della Bellezza della Natura.
Ed un pò nascosto, nel lato posteriore del supporto...
.. un cartiglio!
A chi avrei potuto rivolgermi per un expertising di un tale gioiello?
Ovviamente al Guru Nazionale, sicuramente il massimo esperto Mondiale di caffettiere ottocentesche: Mauro Carli.
Non solo mi confermò l'assoluta rarità (e bellezza ) dell'oggetto, ma riuscì persino a trovarmi una traduttrice!
Qui sopra possiamo vedere la traduzione originale della gentilissima signora Kazuyo  Hada  (Cecina, LI).
Dai nippon di Kyoto il nome della ditta; Murakami Takejìro il nome del genio cesellatore, (in arte Zou).
Da una stampa d'epoca possiamo ammirare gli eleganti caratteri kanji della parola "Dai Nippon" che letteralmente significa Grande Giappone (nel cartiglio visibile in alto a destra)
La conformazione dell'ingresso del fornello ci fa intuire che in origine venisse utilizzato un modello a coppetta spegnifiamma e regolazione dello stoppino con rinvio esterno.
Il fiore riprodotto sul coperchio assomiglia ad un Mandala indiano.
Il diffusore in latta ed il rivestimento interno della caffettiera evitavano contaminazioni "aromatiche" di rame nella bevanda.
Spero di avervi fatto apprezzare quest'oggetto unico con queste poche righe; l'unica caffettiera di tutta la mia collezione firmata dal suo autore, Murakami Takejìro, testimone di un'epoca purtroppo perduta per sempre.

ありがとうございます


il bricco atomico

Trovare un'Atomic Robbiati è cosa rara.
Trovarla completa di bricco, ancor di più!
Per i modelli quali la 1° serie e la 2° (quella del 1950) non esistono ricambi o copie.
Per questo motivo ringrazio pubblicamente Luciano di avermene trovato uno, benchè privo della maniglia in plastica.
Ho quindi provveduto a ricostruirla "al volo" con la pasta termoindurente.
Non sarà perfettamente uguale all'originale (qui sotto) ma comunque rimane un restauro... originale!
La pasta va modellata con cura (potete inserire nell'impasto un pò di vasellina), e poi dopo averla "cotta al forno" va lavorata con carta vetrata e paglietta d'acciaio.
Per ripristinare il colore nero potrete poi usare del normale lucido da scarpe.

domenica 22 luglio 2012

Moka bollente... a tavola.

Una delle recenti scoperte di Jasna è stata questa bella piastrella:
utile per servire il caffè a tavola direttamente dalla moka.
Una volta effettuata l'operazione potrete sedervi e conversare affabilmente con i vostri ospiti, senza perdere istanti preziosi per riportare in cucina la caffettiera bollente..
..infatti il supporto in neoprene eviterà al vostro tavolo "Luigi XVI" di surriscaldarsi perdendo la sua splendida lucidatura a gommalacca!

Ricambi per la Signora

Ogni tanto girovagando in Rete è possibile imbattersi in un qualcosa di veramente utile.
Ho cercato un filtro di una Signora Caffettiera per ben 3 anni, recuperandolo alla fine da un modello elettrico...
Ed invece sarebbe bastato chiamare questa ditta di Omegna (oh, che casualità!).

Quindi.. non disperate: la vostra Signora potrà godere di buona salute per svariati anni!
(ps: fate scorta, non si sà mai...)

La mia "Lady" preferita invece non avrà bisogno di ricambi: credo che la terrò a lungo così.




sabato 21 luglio 2012

martedì 17 luglio 2012

Un tostino veramente speciale


 Domenica scorsa, nonostante un temporale incombente, ho trovato questo piccolo tostacaffè austriaco anni 40-50 al "mio mercatino preferito".
 E ieri non ho potuto resistere: un bel test casalingo!
 Il primo tentativo è andato malissimo: la fiamma troppo alta ha bruciato immediatamente i chicchi, lasciando una puzza terrificante in tutta la cucina.
 Queste foto si riferiscono al secondo tentativo, certamente migliore.
 Non si può pretendere l'uniformità del tostato con un attrezzo così rudimentale..
 ..ma nell'insieme posso ritenermi molto soddisfatto.
All'interno una piccola sorpresa: l'agitatore assomiglia al simbolo di .. Batman!
"il cavaliere del caffè nero"!

domenica 15 luglio 2012

Koutek: l'antenata della Bacchi

Spesso non è sufficiente avere una buona idea.
Bisogna metterla in pratica.
E poi bisogna riuscire a venderla.

Strana macchina questa Koutek.
Tutto fuorchè bella.
Considerando poi l'erogazione su 4 tazze: inutilizzabile in altro modo!
Forse questa sua deformità strutturale ne decretò rapidamente l'insuccesso.
Eppure il progetto era geniale.
Una serpentina interna funzionante come una specie di acceleratore di flusso ed innalzatore di pressione..
Una sorta di CERN posto sul vosro fornello!
Complicatissima: decine di parti da dover assemblare, ed una doppia guarnizione...
..portavano comunque ad un caffè che (presumo) sarebbe dovuto essere di buona qualità, in quanto la serpentina stessa rimaneva raffreddata da una dose di acqua fredda(vedi il brevetto).
In tal modo, a dispetto della moka, la nera bevanda veniva estratta ai fatidici 92 - 93 °C piuttosto che ai 99°C.
Anche questa macchina è solamente transitata da queste parti.
Peccato, avrei voluto usarla, anche mettendo a repentaglio la mia vita..
Mi rivolgo con il cuore in mano a quei due bricconi che da oltre un anno si ostinano a non volermela vendere.
Almeno uno di voi due.. o entrambi...siate gentili!
Insomma!




Caffettiera Stime


Con gioia ed orgoglio voglio presentarvi la caffettiera Stime.
Forse prodotta a Bologna negli anni '50?
Presenta delle finezze costruttive di gran pregio, anche se l'alluminio impiegato non è di altissima qualità e poco si presta alla sua lucidatura.
Mi scuso, la foto non è riuscita un granchè, ma sul manico reca in rilievo "Prodotti Stime Italia".
Almeno per questa volta la macchina ha un nome!
Pesantissima, ultra dimensionata negli spessori, e dotata di un simpatico "naso" porta valvola di sicurezza.
Una volta aperta ci svela un suo piccolo segreto: il filtro è un blocco di alluminio tornito, unico nel suo genere (e certamente più costoso da realizzare!).
Gran macchina!
Elegante, raffinata, unica.

Cosetta: guardare ma non... comprare!


Ad Asti potreste imbattervi in questa caffettiera..
..situata nella cantina-laboratorio di uno dei maggiori collezionisti italiani.
Brutta, sporca, ammaccata.
Perfetta!
Una Cosetta dotata di fornello elettrico dedicato.
Nacque prima lei o la moka Bialetti?
Solo qualche pubblicità d'epoca potrà un giorno chiarirci questo dubbio.
Me la vendi?
"no, ma puoi fotografarla"..
..e con gioia condividerla con i nostri "simili".

La caffettiera più rara ?

rarità s. f. [dal lat. rarĭtas -atis, der. di rarus «raro»]. Oggetto (soprattutto d’arte o da collezione) raro, difficile a trovarsi in quan...